AGGIORNAMENTO LUG2022 - A SEGUITO MODIFICA PERCORSO DOPO LA SALITA DA PE' DE SASS E SIVIGIA
Itinerario lungo e faticoso, ben segnalato, eccetto il tratto sul greto del fiume con segnalazioni occasionali. Attenzione alle condizioni meteorologiche e all’innevamento che, ancora a inizio estate, può impedire il passaggio del passo. E' un percorso da affrontare solo in periodo estivo, in piena luce e in buone condizioni meteorologiche.
La Bocchetta della Teggiola si trova sul confine italo svizzero e venne utilizzata dai contrabbandieri e, durante la seconda guerra mondiale, dai partigiani.
ATTENZIONE: nell'album a QUESTO LINK trovate le foto scattate sul sentiero a giugno 2022 e la foto aerea da Google earth.
Difficoltà: E fino a Pe del Sass, poi EE per Sivigia e la salita e discesa della Bocchetta della Teggiola, di nuovo E la discesa da Foppate a Villa di Chiavenna.
Dislivello: in salita: 1250 m., in discesa: 1850 m. Notevole lo sviluppo orizzontale.
Tempo di percorrenza: 2h30 Casera – Pe del Sass, 1h30 Pe del Sass - Sivigia, 3 h Sivigia – Teggiola, 4h Teggiola - Foppate, 3h Foppate – Villa di Chiavenna.
Possibilità di spezzare l’itinerario bivaccando a Pe del Sass, a Sivigia e a Foppate.
Acqua: fontana al Brasca e a Curvegia, ruscelletti in alta quota (gli animali non pascolano da anni e l’acqua dovrebbe essere pulita), fontanile a Foppate.
Possibilità di Campeggio: A Pe del Sass, all’alpe Sivigia e a Foppate è possibile piantare qualche tendina. L'alpe Sivigia è vasta, ma un po' in discesa: NON piantare le tendine sulla piazzola dell'elicottero di soccorso. Lasciare pulito in tutti i sensi.
Dalla Casera (1240 m.) si procede sulla pista quasi in piano fino al Rifugio Brasca (1304 m.). Da qui seguite la pista che prosegue in valle, toccando le baite di Coéder (1330 m.) e che termina all’incrocio con il torrente che scende da destra e che è necessario guadare. Quindi il sentiero attraversa un bosco con radure fino a raggiungere, in località Curvégia, un rigagnolo sorgivo dalle acque ricche in ferro (1370 m., fontana) da qui parte l'acquedotto che porta l'acqua in valle fino a Codera. Il sentiero prosegue sul fondovalle, inizialmente nel bosco, ma a tratti il cammino si svolge sul letto del fiume, dove è necessario cercare i segnavia bianchi e rossi, mantenendosi sempre sulla sinistra idrografica (attenzione alcune cartine indicano erroneamente un passaggio sull'altra riva), e comunque costeggiando il bosco, per poi ritornare sul sentiero non appena possibile. In uno di questi tratti sul greto del fiume si trova un masso con una scritta a vernice “Piantone” e una freccia a sinistra, indica una deviazione che, guadato il fiume, porta ad un enorme e antico albero, un abete bianco secolare, unico in tutto il territorio (dopo il guado oltrepassare una vicina radura e cercare nelle vicinanze sulla destra). L'itinerario per Sivigia prosegue diritto lungo il fiume sulla sinistra idrografica verso il fondo valle.
Usciti dal bosco si incontrano arbusti ed il sentiero attraversa zone spesso colpite da slavine i cui resti possono permanere anche fino alla stagione estiva rendendo faticoso il cammino. Oltrepassate la piana successiva in direzione delle belle cascate filiformi che scendono dalla parete destra.
Passate le sponde di un ruscello più consistente di altri, si prosegue verso il fondovalle, raggiungendo la base di alcune pareti strapiombanti: siete a Pé del Sass. La traccia si avvicina alla base della parete rocciosa alla vostra destra ed attraversa una gola. Da qui comincia la parte ripida del sentiero; una stupenda gradinata a secco (tratto esposto: prestare attenzione soprattutto in caso di brutto tempo) si inerpica sulla parete giungendo al sommo del Doss de la Crùs (la croce è ora scomparsa). Inizia ora un bosco di larici e rododendri, che si risale fino a sbucare nella conca di Sivigia. Il sentiero raggiunge e attraversa il torrente; purtroppo l'erosione delle piene ha reso difficoltosa la risalita dell'opposta sponda terrosa. Procedendo con attenzione su terreno franoso, guadagnate il primo pascolo dell'Alpe Sivigia e le sue baite diroccate (1920 m.); con un ulteriore passaggio di ruscello sarete alle ultime costruzioni, anch'esse atterrate dal disuso (1939 m.).
Dalle baite di Sivigia attraversate il pianoro verso nord-ovest verso la parte bassa di un largo canalone (il Caürgum) che il sentiero risale rapidamente. Uscite dal canalone sul pendio di destra si continua a salire fino ad un bivio (2160 m.): a sinistra si prosegue per la Bocchetta della Teggiola (a destra si va al Bivacco Pedroni – Del Prà e al passo Trubinasca). Preso il sentiero a sinistra, si sale a zigzag sul pendio sempre più pietroso e ripido, racchiuso fra due alti speroni rocciosi.
Il percorso giunge a una conca dove si trovano resti di costruzioni utilizzate anni fa dalla guardia di finanza (qui è possibile campeggiare in caso di emergenza trovandosi spesso acqua di fusione) e porta, salendo un ultimo tratto ripido su sfaciumi scivolosi (attenzione!) fino alla Bocchetta della Teggiola (2490 m.) posta sul confine italo-svizzero. In alcuni punti è possibile trovare tracce di neve anche in estate. Scendendo con molta attenzione per detriti terrosi scivolosi (sfasciume) o neve (talvolta anche in estate) il ripido canaletto a Nord (attenzione terreno instabile), si seguono i segnali che attraversano pendii di sassi (ganda), ruscelli ed infine boschi, sulla sinistra della valle, fino a sfociare al bell'alpeggio di Foppate (1400-1425 m.) dove è possibile campeggiare nella radura con acqua a quota 1500 m. circa sopra l'alpeggio (lasciare pulito!). Da qui si scende agevolmente per boschi e radure, si superano le baite sparse di Monte del Lago, quindi per prati si attraversa Chete (680 m.) e si raggiunge la strada statale presso Villa di Chiavenna (640 m.).
Percorso inverso
Il percorso è fattibile in senso contrario con difficoltà e tempi analoghi. Il tratto finale su sfasciumi è particolarmente faticoso. Superata Sivigia, la parte immediatamente successiva del percorso è ripida ed esposta (prestare molta attenzione in caso di brutto tempo). Discesa la scalinata e giunti a fondo valle (Pé del Sass), il sentiero è agevole.