Itinerario impegnativo. Possibile innevamento del Passo dell’Oro fino a tarda stagione. Il passo è percorribile soltanto in periodo estivo, in piena luce e in buone condizioni atmosferiche. La pioggia rende le rocce scivolose.

Itinerario lungo e faticoso.

Difficoltà: E fino ad Averta, EE nel superamento del Passo, nuovamente E nella discesa in Val Masino.

Dislivello: in salita: 1286 m. Dislivello in discesa: 1354 m.

Tempi di percorrenza: 2h 45m Casera - Averta, 4 h Averta - Rifugio Omio, 2h 30m Rifugio Omio - Bagni del Masino.

Solitamente si suddivide il percorso in tre tappe, pernottando all’Averta e al Rifugio Omio.

Acqua: fontana al Brasca, ruscelletti in alta quota (gli animali non pascolano da anni e l’acqua dovrebbe essere pulita), Rifugio Omio (talvolta ruscelletti nei dintorni, acqua in bottiglia in vendita al rifugio, verificarne in anticipo l'apertura), Bagni di Masino.

Possibilità di Campeggio: In prossimità dell’alpe Averta è possibile piantare qualche tendina e si trova una fonte d’acqua. Nei pressi del rifugio Omio è spesso possibile campeggiare. Non avvicinarsi troppo al rifugio nè ad eventuali animali al pascolo. I servizi igienici si trovano al rifugio, i cui gestori ospitano più volentieri se si cena da loro. Lasciare pulito in tutti i sensi. Ai Bagni del Masino c’è un campeggio e, in estate, arriva il pullman di linea per Morbegno.

 

Dalla Casera (1240 m.) si procede sulla pista quasi in piano fino al Rifugio Brasca (1304 m.). Da qui il percorso segue ancora la pista fino alle baite di Coeder, qui (cartello segnaletico) si prende il sentiero a destra costeggiando l’ultima casa, per dolci pendii prativi fino al bosco di abete rosso, dove la salita si fa più decisa. Poco sopra si attraversa una radura, appena superato un grosso masso si rientra nel fitto del bosco .

Ancora un prato erto, quindi il sentiero si dispone a tornanti, fino a raggiungere i resti di una scalinata a margine di una parete rocciosa e, successivamente, si attraversa una valletta. Siamo al Punt del Valà dove due ponticelli immettono in un corto canalino che si lascia a sinistra, a margine di un salto roccioso. Si continua a salire il pendio fino a rientrare fra i larici e riuscire in una nuova radura dov’è un grosso macigno che fu in passato utilizzato come alpeggio. La traccia sale senza posa con stretti tornanti. Ci si trova ad un bivio (vedi foto) presso un grosso masso: il vecchio sentiero svolta a sinistra ed ha subito alcune piccole frane che lo rendono poco percorribile specie quando piove, si deve proseguire invece nella stessa direzione su una traccia di sentiero più recente che sale diretta mentre il bosco intorno si dirada.

Si apre dunque il panorama sulla vallata dove sono ben visibili i due passi che incidono profondamente la cresta, irta di torrioni e guglie. Si passa sul margine del pascolo, in direzione delle baite ormai visibili, quindi salendo e scendendo su un fondo di sassi nei greti dei torrenti formati dai nevai sovrastanti, per infine risalire la costa erbosa finale fino alle baite dell’Averta (1957 m.).

Dalle baite dell’Averta si sale seguendo la ripida traccia che corre sul dorso della morena erbosa, verso l’alta valle.

Si giunge nei pressi di un grosso pietrone, passato il quale si trova un bivio: a sinistra per il Passo del Barbacan, a destra per l’intaglio inciso fra le guglie, il Passo dell’Oro. Poco oltre termina l’erba (qui finisce la traccia evidente ed è necessario seguire i segni bianchi e rossi sulle pietre) e, arrivati in una piccola conca, si attraversano le colate detritiche e alluvionali verso destra, con percorso sconnesso, fino a risalire su un enorme masso percorrendo una stretta cengia esposta (attenzione). Si è ora alla base del canalone, rinserrato fra due alte pareti; il tratto successivo va percorso tenendosi sulla sinistra, sfruttando per quanto possibile la neve indurita, che qui permane a lungo. Attenzione andrà posta ad eventuali cadute di pietre dalla parete sovrastante. Si transita sotto il torrione sfuggente della Punta Milano, mentre il pendio si attenua terminando allo stretto sbocco del Passo dell’Oro (2526 m.)

Dal Passo ci si affaccia sulla Valle dell’Oro, laterale della Val Màsino.

Dal Passo per detriti e pascoli ci si porta al Rifugio Omio (2100 m.), su questo versante il pendio è molto più dolce e quindi la discesa è decisamente più agevole della salita. Dal rifugio si può proseguire con comodo sentiero nel bosco fino ai Bagni del Masino (1172 m.), dove arrivano la strada asfaltata e l’autobus che porta alla stazione di Morbegno. Il Camping lo Scoiattolo si trova a San Martino val Masino (1000 m.) 4 km più a valle lungo la strada principale.

 

Percorso Inverso

Il percorso in senso inverso richiede di prestare attenzione, dopo il Rifugio Omio, a seguire dapprima il Sentiero Roma (direzione Rifugio Gianetti), quindi a quota 2350 m. circa bisogna imboccare la deviazione a sinistra verso il Passo dell’Oro. Da questo versante la salita è decisamente più agevole fino al passo, diventa impegnativa però la discesa dal passo ad Averta (la pietraia non solo è faticosa anche in discesa, ma può risultare più impressionante e bisogna prestare attenzione a non farsi sbilanciare dagli zaini pesanti). Da Averta il percorso torna agevole.